
La dissidenza delle estinte Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC), nota come Segunda Marquetalia, ha annunciato venerdì l’intenzione di sedersi a negoziare un accordo di pace con il governo del presidente colombiano Gustavo Petro, una volta conclusi i colloqui esplorativi in corso con l’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN).
«Informiamo il Paese e il governo del presidente Petro che i nostri plenipotenziari per un eventuale dialogo di pace sono i compagni Walter Mendoza, Iván Alí, Yurleni Guerrero e altri compagni che si uniranno al tavolo in seguito», hanno annunciato i guerriglieri in una lettera in cui hanno anche comunicato i loro auguri di fine anno per il Paese, riporta «El Colombiano».
«Non possiamo continuare a essere condannati a una guerra eterna. È tempo di dare alle generazioni future la possibilità di vivere in pace, riconciliazione e una buona vita per gli oltre 30 milioni di poveri. Il nostro più grande sogno e desiderio per la Colombia nel nuovo anno è un futuro di pace costruito sulla base della dignità umana», ha aggiunto il gruppo armato nella lettera al governo colombiano.
La Segunda Marquetalia aveva già espresso in precedenza la volontà di aderire alla «Pace totale» del governo Petro, anche se ha ribadito la richiesta di raggiungere un accordo politico affinché le sue richieste possano essere rappresentate nelle istituzioni, secondo il giornale.
In questo senso, i dissidenti delle FARC hanno sottolineato che, se si raggiungesse un accordo di pace tra i gruppi armati e il governo, «tutte le parti coinvolte nel conflitto armato colombiano, comprese le forze di sicurezza» ne trarrebbero beneficio, motivo per cui «gli sforzi potrebbero essere concentrati nel porre definitivamente fine agli omicidi dei leader sociali, che già oggi sono più di 180 nel 2022».
Inoltre, nel suo comunicato, la Segunda Marquetalia ha proposto la creazione di «una nuova Commissione per la verità» per indagare sui responsabili del sabotaggio degli accordi di pace dell’Avana in quelle che ha definito «le più alte sfere dello Stato».
Fonte: (EUROPA PRESS)