Almeno quindici agenti delle forze dell’ordine brasiliane, tra cui polizia militare, soldati delle Forze armate e persino un vigile del fuoco, sarebbero in qualche modo coinvolti negli atti di golpe dell’8 gennaio a Brasilia, quando una folla di sostenitori di Jair Bolsonaro ha attaccato la sede dei tre rami del governo.
L’ultimo ad essere arrestato lunedì è stato Roberto Henrique de Souza Júnior, dei Vigili del Fuoco di Rio de Janeiro, che nel 2018 ha tentato senza successo di essere eletto deputato federale per Patriotas, uno dei partiti legati al bolsonarismo più estremo.
Secondo il quotidiano «O Globo», tra questi quindici, oltre al già citato vigile del fuoco, ci sono nove agenti di polizia militare, tre soldati dell’esercito, un ufficiale della marina e un ex caporale dell’aeronautica, che ha lasciato il suo posto a metà del 2022 dopo otto anni di servizio.
Molti di loro sono stati identificati grazie ai social network, che hanno usato abbondantemente durante i violenti eventi che hanno avuto luogo l’8 gennaio sulla Spianata dei Ministeri. Uno di loro era il sergente della Polizia Militare di Brasilia, Ednaldo Teixeira Magalhães, che ha registrato l’accaduto e ha festeggiato che «le cose stavano diventando pericolose».
«Non guadagniamo nulla rimanendo su Internet, scendiamo in strada in tutto il Paese», ha postato sul suo account Instagram il giorno della vittoria di Luiz Inácio Lula da Silva, incoraggiando le persone a partecipare ai blocchi stradali istituiti dopo la conoscenza dei risultati elettorali.
Alcuni di questi quindici sono già stati rilasciati mentre sono indagati per la loro partecipazione a questi eventi. Altri, invece, non sono mai stati imprigionati, come il sergente della polizia militare Silvério Santos, che ha festeggiato sui social media che Brasilia era «esplosa».
Per quanto riguarda l’esercito, alcuni hanno addirittura criticato duramente i loro compagni d’armi per il rispetto della Costituzione, come l’ufficiale della riserva Adriano Camargo Testonio, che ha definito coloro che si sono opposti agli assalitori «un branco di generali del cazzo».
Altri, come il Ridauto Lúcio Fernandes, sono noti per aver ricoperto incarichi all’interno del governo dell’ex presidente Bolsonaro, quando era direttore della logistica del Ministero della Salute guidato dal generale Eduardo Pazuello.
Oltre a questi quindici, ci sono almeno altri due indagati per presunte omissioni e collusioni con gli assalitori quando erano in servizio, l’ex comandante generale della Polizia militare di Brasilia, il colonnello Fábio Augusto Vieira, arrestato per ordine del giudice della Corte Suprema, Alexandre de Moraes; e il colonnello Paulo Jorge Fernandes da Hora, indagato per aver impedito agli agenti di agire.
Fonte: (EUROPA PRESS)