Il presidente della Corte Suprema del Brasile, il giudice Rosa Weber, ha annullato l’ultima grazia concessa dall’ex presidente Jair Bolsonaro a decine di agenti di polizia e militari condannati per aver ucciso 111 prigionieri durante un’operazione del 1992 per sedare una rivolta carceraria a San Paolo, in quello che è diventato noto come il massacro di Carandiru.
L’indulto è stata una delle ultime manovre di Bolsonaro prima della fine del suo mandato, ulteriormente oscurato dopo che migliaia di suoi sostenitori hanno preso d’assalto la sede dei tre rami del governo l’8 gennaio.
La decisione di Weber risponde a una richiesta del procuratore generale del Brasile, Augusto Aras, che a fine dicembre 2022 aveva inviato alla Corte Suprema una denuncia di incostituzionalità contro parte del decreto, in quanto contravveniva agli obblighi internazionali dello Stato brasiliano di perseguire e punire i responsabili di crimini contro l’umanità.
Il processo giudiziario si è trascinato per decenni e solo dieci anni fa 74 di quegli agenti di polizia sono stati condannati per la morte di 77 prigionieri. Le condanne a loro carico andavano dai 48 ai 624 anni di carcere, ma nessuno di loro ha scontato la pena, poiché la legge brasiliana impedisce di scontare più di 40 anni di carcere per lo stesso reato.
Degli agenti condannati, cinque sono già morti – uno di loro è stato assassinato – e altri 69 sono ancora vivi. A distanza di oltre 30 anni, nessuno è entrato in carcere, anche grazie alla manovra della difesa, che ha presentato ricorso in appello contro ciascuna delle condanne.
Fonte: (EUROPA PRESS)