I Talebani hanno affermato che mercoledì diversi alti funzionari si sono incontrati con una delegazione delle Nazioni Unite guidata dal vicesegretario generale delle Nazioni Unite Amina Mohammed per discutere della situazione in Afghanistan.
Il portavoce del ministero degli Esteri afghano, Abdulqahar Balji, ha dichiarato che Mohammed ha incontrato il capo del ministero, Amir Jan Mutaqi, che ha detto di voler «mostrare il vero quadro dell’Afghanistan alla comunità internazionale».
Mohammed ha dichiarato che lo scopo della sua visita era quello di «vedere la situazione di prima mano» e di trasmettere ai Talebani la posizione internazionale sui diritti delle donne. Le Nazioni Unite, che hanno confermato che Mohammed si sarebbe recato a Kabul oggi, non hanno finora commentato la visita.
Jan Mutaqi ha confermato «una serie di problemi» che i Talebani hanno dovuto affrontare dopo aver preso il potere nell’agosto 2021, ma ha sottolineato che «la maggior parte di essi sono stati risolti, tra cui l’eliminazione della coltivazione della droga e l’apertura delle porte all’istruzione per dieci milioni di studenti».
In questo senso, il ministro ha affermato che «un gran numero di donne lavora nei settori dell’istruzione e della sanità», in mezzo alle dure restrizioni sul ruolo delle donne e delle ragazze nella vita pubblica da parte del gruppo fondamentalista.
Balji ha anche specificato che Jan Mutaqi ha chiesto alla comunità internazionale di riconoscere le autorità insediate dai Talebani e di rimuovere le restrizioni sul sistema bancario, sostenendo che «hanno causato molti problemi alla popolazione».
L’ONU ha confermato martedì che Mohammed ha intrapreso una serie di visite e consultazioni nel Golfo Persico, in Asia e in Europa per affrontare la situazione in Afghanistan come parte di uno sforzo per promuovere e proteggere i diritti delle donne e delle ragazze, la coesistenza pacifica e lo sviluppo sostenibile.
L’agenzia ha dichiarato che questi incontri hanno affrontato la necessità di «un percorso politico rivitalizzato e realistico» e hanno confermato un «chiaro consenso» sui diritti delle donne e delle ragazze al lavoro e all’istruzione.
Fonte: (EUROPA PRESS)