I negoziati tra gli Stati membri dell’UE per estendere le sanzioni contro la Russia per l’invasione militare dell’Ucraina sono già in corso in seno al Consiglio, con l’Ungheria che chiede la rimozione di nove persone dalla «lista nera» sulla base di un parere legale del Consiglio secondo cui tale revisione è possibile.
Al fine di estendere le misure, una decisione tecnica di principio con pochi aggiustamenti, l’UE-27 sta già tenendo riunioni a livello di gruppi di lavoro del Consiglio, hanno informato diverse fonti diplomatiche a Europa Press, che sottolineano il ruolo attivo dei rappresentanti ungheresi per rimuovere nove persone dalla lista delle persone sanzionate per l’invasione russa.
Questi casi sono già stati studiati dai servizi legali del Consiglio, che ritengono che le prove siano sufficienti per rimuoverli dal regime di sanzioni, motivo per cui le fonti consultate sottolineano che si tratta ora di un dibattito puramente politico e non giuridico.
«Come sempre, non siamo sicuri se l’Ungheria stia solo abbaiando o mordendo», ha detto la fonte diplomatica a proposito della strategia del Paese magiaro per portare avanti i propri interessi nonostante l’accordo di maggioranza dell’UE. In questo senso, il governo di Viktor Orban è riuscito a ottenere che il blocco non sanzionasse il capo della Chiesa ortodossa in Russia, il Patriarca Kirill, come concessione per sbloccare il pacchetto di sanzioni che ha introdotto l’embargo sul petrolio russo.
In realtà, questa misura non riguarda nemmeno l’Ungheria, che è riuscita a limitare, insieme ad altri Paesi europei senza sbocco sul mare, il veto sul greggio russo alle forniture che arrivano via mare.
L’Ungheria è diventata il principale ostacolo che il resto dell’UE deve superare ogni volta che aumenta la pressione contro Mosca per l’aggressione militare all’Ucraina e, sebbene non abbia bloccato l’adozione delle sanzioni, che richiede l’unanimità dell’UE-27, tende a generare problemi nella fase procedurale.
Parlando in una conferenza stampa a Bruxelles, il portavoce dell’UE per gli affari esteri Peter Stano ha spiegato che durante la revisione dei regimi di sanzioni, gli individui possono essere rimossi dalla «lista nera» se le sanzioni raggiungono il loro obiettivo, che «è quello di cambiare il comportamento delle persone».
In questo senso, Stano ha sottolineato che le modifiche possono essere apportate a condizione che vi siano prove sufficienti a giustificarle e che il passo sia unanime tra gli Stati membri. A questo proposito, la Polonia e i Paesi baltici hanno espresso la volontà di non consentire alcun allentamento delle misure contro la Russia.
In ogni caso, l’estensione delle sanzioni deve essere prima concordata negli organi interni del Consiglio e poi ricevere il via libera dagli ambasciatori dell’UE presso l’UE e dai ministri europei riuniti in Consiglio.
L’UE ha finora adottato nove cicli di sanzioni contro la Russia per l’attacco militare all’Ucraina e mantiene 1386 persone e 171 entità nella sua lista nera, applicando sanzioni economiche, commerciali, finanziarie e mediatiche contro la Russia.
Fonte: (EUROPA PRESS)