Il primo ministro peruviano Alberto Otárola ha dichiarato venerdì che l’incendio della sede giudiziaria di Macusani, nel dipartimento di Puno, è stato un «sabotaggio contro lo Stato» compiuto dai manifestanti nell’ambito delle proteste che chiedono le dimissioni della presidente Dina Boluarte.
È stato un sequestro che rivela pianificazione e sabotaggio», ha dichiarato in una conferenza stampa, aggiungendo che gli agenti di polizia «non hanno ceduto alle provocazioni» dei manifestanti, secondo il quotidiano «La República».
Otárola ha indicato che il «sequestro» della stazione di polizia di Macusani, a Puno, non è stato quindi un atto di protesta, poiché «la vita e l’integrità» dei poliziotti «sono state messe a rischio». «Era contro lo stato di diritto», ha ribadito.
Le proteste sono iniziate mercoledì mattina a Carabaya, a Puno, dopo di che le tensioni sono aumentate con le forze di sicurezza, che hanno sparato colpi di pistola per disperdere la folla, causando la morte di almeno due persone.
Dopo la conferma di uno dei morti, gli scontri si sono spostati nell’area intorno alla sede della magistratura di Macusani e a una vicina stazione di polizia, che ha dovuto evacuare il proprio personale in elicottero.
Oltre a incendiare l’edificio e a bruciare i fascicoli del tribunale, sono stati distrutti anche il comune di Macusani, la sede del Centro di emergenza femminile e una farmacia, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Andina.
Fonte: (EUROPA PRESS)