
Un tribunale ha condannato l’ex ministro dell’Energia algerino Chakib Jelil per corruzione, in una nuova sentenza in contumacia contro l’ex politico, ora latitante negli Stati Uniti dopo che il tribunale ha confermato un mandato di arresto internazionale nei suoi confronti.
Questo fa seguito alla sentenza di 20 anni emessa l’anno scorso contro Jelil, indagato per aver pagato tangenti a una filiale del gigante petrolifero italiano ENI per ottenere contratti.
Il tribunale anticorruzione di Sidi M’Hamed, nella capitale Algeri, ha condannato anche gli ex ministri Amar Ghoul (trasporti) e Mohamed Bedjaoui (affari esteri) a pene comprese tra i cinque e i dieci anni di carcere, insieme a due ex dirigenti dell’operatore petrolifero statale algerino Sonatrach, Nuredin Buterfa e Abdelmumen uld Kaddur, ha riferito giovedì l’agenzia di stampa ufficiale algerina APS.
Jelil, che era in arresto dal 2013, è tornato in Algeria nel 2016 dopo un ritiro provvisorio delle accuse. Tuttavia, è fuggito dal Paese nel 2019, dopo le dimissioni del presidente Abdelaziz Bouteflika, e a quel punto le indagini sono riprese.
Un’eventuale estradizione di Jelil dagli Stati Uniti sembra al momento impraticabile a causa dell’assenza di accordi bilaterali tra l’Algeria e gli Stati Uniti, secondo quanto riferito da avvocati specializzati, secondo il portale di notizie Jeune Afrique.
Fonte: (EUROPA PRESS)