Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato venerdì che «non c’è alternativa» alla fornitura di carri armati Leopard di fabbricazione tedesca alle forze armate ucraine nella guerra contro la Russia.
Nel suo consueto discorso serale, Zelenski ha reagito al rifiuto del Gruppo di contatto per l’Ucraina, riunito nella base militare tedesca di Ramstein, di approvare la consegna di carri armati Leopard a Kiev.
«Dovremo ancora lottare per la fornitura di carri armati moderni, ma ogni giorno diventa più chiaro che non c’è altra alternativa che prendere la decisione sui carri armati», ha detto Zelenski, secondo la presidenza ucraina.
Nonostante questa battuta d’arresto per gli interessi dell’Ucraina, gli alleati si sono impegnati a rafforzare la fornitura di armi e munizioni alle forze armate ucraine, un aspetto che lo stesso presidente ha accolto con favore.
«I soci hanno un atteggiamento deciso. Essi sosterranno l’Ucraina per quanto necessario alla nostra vittoria», ha dichiarato Zelenski, che ha ringraziato i leader internazionali, in particolare il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, per il loro continuo sostegno.
Il ministro della Difesa ucraino, Oleksei Reznikov, ha definito il vertice «eccellente», nonostante non siano stati raggiunti i principali obiettivi di Kiev, ovvero concludere l’incontro con il via libera a ricevere i Leopard.
«È stato un grande incontro tra amici. Il mondo libero sostiene l’Ucraina e applaude i coraggiosi soldati ucraini e la nostra coraggiosa nazione», ha dichiarato il Ministro Reznikov sul suo profilo Twitter ufficiale.
Il governo tedesco si è rifiutato venerdì di sbloccare la fornitura di carri armati modello Leopard all’Ucraina perché non c’è unanimità di vedute sul loro impiego, anche se non è intenzionato a fare questo passo in futuro, hanno confermato fonti diplomatiche a Europa Press.
La fornitura di carri armati è stata al centro dell’attenzione internazionale negli ultimi giorni, poiché Berlino ha il potere di autorizzare la riesportazione dei carri armati in Ucraina, come richiesto dalla Polonia e dai Paesi baltici.
Fonte: (EUROPA PRESS)