Il sottosegretario di Stato americano per gli Affari organizzativi internazionali, Michele Sison, si recherà in Algeria e Marocco dal 21 al 26 gennaio per discutere della controversia sul Sahara occidentale.
«Sison incontrerà alti funzionari, rappresentanti delle Nazioni Unite e leader della società civile», ha dichiarato il Dipartimento di Stato in un comunicato.
Il ministro «sottolineerà il sostegno degli Stati Uniti alla MINURSO», la missione delle Nazioni Unite per il referendum nel Sahara occidentale, e gli sforzi dell’inviato speciale delle Nazioni Unite Staffan de Mistura.
Il viaggio servirà anche a «discutere le priorità multilaterali condivise nel sistema delle Nazioni Unite, compresa l’importanza dei diritti umani nel momento in cui l’Algeria e il Marocco entreranno a far parte del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite».
Difenderà anche la candidata statunitense alla Corte internazionale di giustizia, Sarah Cleveland, e la candidata a direttore generale dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni, Amy Pope.
L’ex colonia spagnola del Sahara Occidentale è stata occupata dal Marocco nel 1975 nonostante la resistenza del Fronte Polisario, con cui è stata in guerra fino al 1991, quando le due parti hanno firmato un cessate il fuoco in vista di un referendum sull’autodeterminazione, ma le divergenze sul censimento e sull’inclusione o meno dei coloni marocchini ne hanno finora impedito lo svolgimento.
Il 14 novembre 2020, il Fronte Polisario ha dichiarato rotto il cessate il fuoco con il Marocco in risposta a un’azione militare marocchina contro gli attivisti saharawi a Guerguerat, nella zona di de-escalation concordata, che i saharawi consideravano una violazione dei termini del cessate il fuoco.
L’ultima battuta d’arresto per gli indipendentisti saharawi è stato il sostegno del governo spagnolo al piano di autonomia marocchino reso pubblico il 18 marzo in una lettera indirizzata al re alauita Mohammed VI, un cambiamento di posizione descritto come un tradimento dal Fronte Polisario, che ricorda che la Spagna è ancora «de jure» la potenza amministratrice del Sahara occidentale.
Fonte: (EUROPA PRESS)