Il procuratore generale del Libano Ghassan Ueidat ha ordinato mercoledì il rilascio di tutte le persone detenute in relazione all’esplosione di agosto 2020 a Beirut, in mezzo alle tensioni con il giudice incaricato delle indagini.
Ueidat ha emesso oggi un ordine per rilasciare tutti gli arrestati, senza eccezioni, e per imporre loro un divieto di viaggio. Sono ora a disposizione del Consiglio giudiziario, come riferisce l’agenzia di stampa statale libanese NNA.
La decisione è arrivata solo un giorno dopo che il giudice incaricato delle indagini, Tarek Bitar, ha incriminato il procuratore generale e diversi giudici, secondo fonti citate dalla televisione LBCI. Bitar ha ripreso il suo lavoro lunedì dopo una sospensione di 13 mesi dovuta a diverse cause contro di lui che hanno bloccato le indagini.
In risposta alla decisione di Bitar, l’ufficio del procuratore libanese ha presentato un’istanza ai tribunali per non far valere gli avvisi del giudice in quanto non validi, in mezzo a una diffusa agitazione tra le famiglie delle vittime dell’esplosione, che ha causato più di 200 morti, Bitar ha sostituito Fadi Sauan dopo che quest’ultimo era stato rimosso dal caso a seguito di una serie di denunce da parte di alti funzionari chiamati a testimoniare, tra cui l’ex ministro degli Interni Nuhad Machnuk, anche se le cause intentate da diversi ex ministri chiamati a testimoniare hanno portato alla sospensione delle sue indagini.
I disordini popolari sono aumentati negli ultimi mesi a causa del blocco e dei ritardi nella revoca dell’immunità di ex ministri e parlamentari convocati dal giudice Bitar per testimoniare nell’ambito delle indagini, tra cui l’ex primo ministro Hasan Diab, che si è dimesso in seguito all’ondata di proteste seguita all’evento.
Fonte: (EUROPA PRESS)