Il leader dell’opposizione Fronte di Salvezza Nazionale, Ahmed Neyib Chebi, ha chiesto al presidente tunisino Kais Saied di dimettersi dopo il «fiasco» del secondo turno delle elezioni parlamentari, ancora una volta segnato da un tasso di astensione vicino al 90%.
Chebi ha sottolineato dopo il voto, boicottato dall’opposizione, che il tasso di affluenza di circa l’undici per cento «dimostra che pochissimi sostengono il processo di Saied», secondo l’agenzia di stampa statale tunisina TAP.
Ha sottolineato che la bassa affluenza alle elezioni, che al primo turno è stata inferiore al dieci per cento, rappresenta un «disconoscimento popolare» delle iniziative portate avanti da Saied da quando, nel luglio 2021, ha deciso di assumere tutti i poteri dopo aver sciolto il governo e sospeso il Parlamento, che è stato successivamente sciolto.
Da allora Saied ha fatto approvare una serie di misure per riformare il sistema politico tunisino, tra cui un referendum costituzionale, approvato nonostante il boicottaggio dell’opposizione, che rafforza i poteri della presidenza. L’opposizione ha denunciato la deriva autoritaria del presidente e ne ha chiesto le dimissioni.
Per questo motivo, ha sottolineato che il presidente deve «lasciare immediatamente l’incarico» dopo questi «risultati catastrofici», ribadendo che la soluzione alla crisi risiede in «una nuova leadership politica».
Da parte sua, il presidente della Commissione elettorale tunisina, Farouk Buasker, ha rivelato la presentazione di querele per diffamazione e diffusione di false informazioni sui social network contro diversi oppositori che hanno criticato l’organismo, come riportato dall’emittente radiofonica tunisina Mosaique FM.
Circa 262 candidati, tra cui solo 34 donne, sono in corsa per 131 seggi in un’elezione il cui primo turno, il mese scorso, ha visto l’affluenza di appena l’11,2% degli elettori registrati, in mezzo alle richieste di una riforma politica globale dell’attuale sistema imposto da Saied.
Fonte: (EUROPA PRESS)