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Il regista iraniano Jafar Panahi è stato provvisoriamente rilasciato dopo lo sciopero della fame

Roberto De Luca

2023-02-03
Archivio
Archivio – Il regista iraniano Jafar Panahi dopo la vittoria dell’Orso d’oro alla Berlinale 2015. – Soeren Stache/pool/dpa-Zentralbi

L’acclamato regista iraniano Jafar Panahi è stato provvisoriamente rilasciato venerdì, due giorni dopo aver iniziato uno sciopero della fame per denunciare la sua situazione e chiedere la sua liberazione dal carcere, dove è detenuto dal luglio 2022.

Il figlio del regista, Panah Panahi, ha condiviso su Instagram una foto dell’uscita del padre. Anche l’ONG Iran Human Rights ha confermato il rilascio, con un’altra foto del regista e la richiesta di liberazione di tutti i registi detenuti «arbitrariamente».

Mercoledì Panahi ha annunciato che avrebbe smesso di mangiare, bere e assumere farmaci fino al suo rilascio, un’azione di protesta contro il «comportamento illegale e disumano» dell’apparato giudiziario e di sicurezza iraniano, secondo una dichiarazione postata sul suo profilo Instagram dalla moglie, Tahereh Saeedi.

Panahi, che ha ricevuto l’Orso d’oro alla Berlinale del 2015 per il film «Taxi Teheran», si è recato nella prigione di Evin l’11 luglio per protestare contro la detenzione dei colleghi registi Mohamad Rasoulof e Mustafa al Ahmad.

Rasoulof – vincitore dell’Orso d’Oro al Festival di Berlino per il film contro la pena di morte «Le vite degli altri» – e al Ahmad sono stati arrestati per aver chiesto alle autorità iraniane di contenere le proteste per il crollo di un edificio nella provincia meridionale del Khuzestan.

Panahi, regista de «Il palloncino bianco» (1995), è attualmente detenuto nel carcere di Evin dopo che è stata riattivata la condanna inflittagli nel 2010 per la sua partecipazione alle proteste antigovernative dell’anno precedente. Dodici anni fa, la giustizia decise di rilasciarlo su cauzione di circa 200.000 dollari (circa 196.000 euro), anche se gli fu vietato di continuare a girare film, viaggiare all’estero o rilasciare interviste.

Fonte: (EUROPA PRESS)

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