L’Unione europea (UE) ha mostrato la sua «solidarietà» e la sua disponibilità ad «aiutare» dopo che lunedì più di 600 persone sono state uccise da un terremoto di magnitudo 7,4 sulla scala Richter aperta nel sud della Turchia, vicino al confine con la Siria.
«Sono profondamente rattristato nell’apprendere questa mattina del devastante terremoto che ha colpito parti della Turchia e della Siria», ha dichiarato il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel in un messaggio pubblicato sul suo account Twitter ufficiale.
«Le mie più sentite condoglianze alle tante famiglie che hanno perso la vita e una pronta guarigione ai feriti. L’UE vi dimostra la sua piena solidarietà», ha dichiarato.
L’Alto rappresentante dell’UE per la politica estera e di sicurezza comune, Josep Borrell, ha espresso il suo rammarico per il fatto che il terremoto abbia ucciso «centinaia» di persone e ne abbia ferite «molte di più». «I nostri pensieri sono rivolti alle popolazioni della Turchia e della Siria. L’UE è pronta ad aiutare», ha sottolineato.
Da parte sua, la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha manifestato la sua «totale solidarietà» al «popolo della Turchia e della Siria» dopo il «terremoto mortale». «Siamo in lutto con le famiglie delle vittime. Il sostegno dell’Europa è già in arrivo e siamo pronti a continuare ad aiutare in ogni modo possibile», ha dichiarato.
L’UE ha attivato lunedì il Meccanismo di protezione civile per coordinare la risposta al terremoto, come confermato dal Commissario per la gestione delle crisi Janez Lenarcic, che in un messaggio sui social media ha affermato che il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze dell’UE sta già coordinando il dispiegamento di squadre di soccorso dall’Europa, con i Paesi Bassi e la Romania che sono stati i primi Stati membri a offrire assistenza.
Finora sono stati confermati più di 280 morti e 2.300 feriti in Turchia, oltre a circa 240 morti e 640 feriti nelle aree della Siria controllate dalle autorità. A queste cifre vanno aggiunti più di 90 morti e 500 feriti nelle zone controllate dai ribelli nelle province di Aleppo e Idlib, come ha dichiarato Basel Termanini, presidente della Syrian American Medical Society, all’agenzia di stampa tedesca DPA.
Fonte: (EUROPA PRESS)