
Il governo degli Stati Uniti ha manifestato lunedì il proprio sostegno alle Filippine dopo che la Guardia Costiera filippina ha riferito che una delle sue navi era stata bersagliata da un laser proveniente da un’imbarcazione cinese, comportamento che Washington ha definito «provocatorio».
«Gli Stati Uniti sono al fianco dei nostri alleati filippini di fronte alla notizia dell’uso di dispositivi laser da parte della Guardia Costiera della Repubblica Popolare Cinese contro l’equipaggio di una nave della Guardia Costiera filippina il 6 febbraio nel Mar Cinese Meridionale», si legge in un comunicato del Dipartimento di Stato americano.
A questo proposito, Washington ha dichiarato di essere al fianco degli alleati filippini «nel sostenere l’ordine marittimo internazionale basato sulle regole», in riferimento a una sentenza del 2016 che ha stabilito che Pechino non ha alcun diritto sul banco di sabbia di Ayungin, noto anche come Second Thomas Shoal, nelle isole Spratly contese – conosciute nelle Filippine come Kalayaan.
Il Dipartimento di Stato ha quindi assicurato che in caso di attacco armato contro le Forze armate filippine «invocherà la mutua difesa degli Stati Uniti», in base al trattato di difesa reciproca tra Manila e Washington firmato nel 1951.
Il portavoce diplomatico statunitense Ned Price ha definito il comportamento delle autorità cinesi «provocatorio e pericoloso» perché ha «causato la cecità temporanea dei membri dell’equipaggio» e ha «interferito con le operazioni legittime» della Guardia costiera filippina.
«Più in generale, il pericoloso comportamento operativo della RPC minaccia direttamente la pace e la stabilità regionale, viola la libertà di navigazione nel Mar Cinese Meridionale garantita dal diritto internazionale e mina l’ordine internazionale basato sulle regole», ha dichiarato Price nella lettera.
Da parte sua, l’esercito filippino ha sostenuto che il governo cinese dovrebbe «trattenere le sue forze» dal commettere «atti provocatori che mettono in pericolo le vite umane», secondo l’Inquirer.
Nel frattempo, il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin ha dichiarato che la guardia costiera cinese ha solo «difeso la sovranità e l’ordine marittimo della Cina, agendo in maniera professionale e contenuta».
«Ci auguriamo che le Filippine rispettino la sovranità territoriale e i diritti e gli interessi marittimi della Cina nel Mar Cinese Meridionale ed evitino di intraprendere azioni che possano esacerbare le controversie e complicare la situazione», ha dichiarato, secondo un comunicato del suo ministero, prima di aggiungere che la Cina e le Filippine stanno affrontando l’incidente attraverso i canali diplomatici.
Lunedì Manila ha affermato che questo mese una delle sue navi è stata bersagliata da un potente laser di tipo militare proveniente da una nave della guardia costiera cinese, mettendo presumibilmente in pericolo l’equipaggio dell’imbarcazione presa di mira.
L’incidente sarebbe avvenuto il 6 febbraio nelle acque del Mar Cinese Meridionale, la cui sovranità è oggetto di ricorrenti dispute tra diversi Paesi della regione. Le autorità filippine hanno affermato che una delle loro navi è stata illuminata da una potente luce verde attivata a meno di otto chilometri di distanza, che ha temporaneamente accecato l’equipaggio.
Fonte: (EUROPA PRESS)






