La giornata di proteste in Francia si conclude con quasi 300 arresti, 234 a Parigi

Schieramento
Schieramento di polizia per la protesta contro la riforma delle pensioni a Parigi – Remon Haazen/Zuma Press Wire/Dpa

Le proteste e i disordini di lunedì in Francia, in concomitanza con le votazioni di due mozioni di censura contro il governo all’Assemblea Nazionale, si sono concluse con quasi 300 arresti, di cui 234 solo a Parigi, dove si sono registrati alcuni dei disordini più gravi.

Secondo fonti citate da Franceinfo, i servizi di emergenza hanno effettuato circa 240 interventi per spegnere gli incendi, per lo più con i cassonetti dei rifiuti. Inoltre, undici membri delle forze di sicurezza sono rimasti feriti negli scontri con i manifestanti, riporta BFMTV.

Le proteste sono state il culmine di una giornata dominata dalla tensione politica, dopo che il governo ha fatto passare la controversa riforma delle pensioni a costo di essere sottoposto a due mozioni di censura, una delle quali è risultata in una differenza di soli nove voti tra sostenitori e oppositori dell’esecutivo.

La chiave di questo voto è stata la spaccatura all’interno dei Repubblicani, il principale partito della destra tradizionale. Sebbene la leadership di questo partito sostenesse di non appoggiare le mozioni, 19 deputati hanno rotto con la linea ufficiale per posizionarsi con il resto dell’opposizione.

Per il leader repubblicano, Olivier Marleix, questo dato «non è del tutto sorprendente», anche se non si aspettava un così alto livello di sostegno alla mozione. Sono stati coloro che erano contrari alla riforma delle pensioni», ha cercato di giustificare martedì in un’intervista a BFMTV.

L’ex presidente François Hollande, socialista, ha suggerito all’attuale presidente, Emmanuel Macron, che è il momento di «calmarsi» e di attendere l’esame della riforma da parte del Consiglio costituzionale, da cui dipende l’approvazione politica finale di una legge che ha generato una cascata di proteste e scioperi da gennaio.

Hollande, tuttavia, ha avvertito alla LCI che la situazione attuale deriva da «una successione di errori», tra l’altro perché ritiene che «non era il momento giusto per proporre la riforma», con l’inflazione in aumento e un contesto globale segnato dalla guerra in Ucraina.

Fonte: (EUROPA PRESS)