Le autorità colombiane hanno dichiarato mercoledì di aver arrestato sette membri del cartello di Sinaloa con l’accusa di aver prodotto e venduto fentanil, l’oppioide che ha scatenato una crisi sanitaria negli Stati Uniti.
La Polizia nazionale colombiana ha dichiarato che la Direzione investigativa criminale della forza, insieme alla Drug Enforcement Administration e all’Ufficio del Procuratore generale colombiano, ha catturato questi individui, di nazionalità messicana, »ai fini dell’estradizione» negli Stati Uniti.
La giustizia statunitense ha richiesto l’estradizione dei detenuti per i reati di associazione a delinquere finalizzata all’importazione di droga nel proprio territorio, possesso di armi come mitragliatrici e dispositivi distruttivi e associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di denaro, come riportato da «El Espectador».
L’organizzazione criminale «utilizzava applicazioni digitali come la gestione delle criptovalute per il riciclaggio di denaro, effettuando trasferimenti su portafogli elettronici e poi ritirando il denaro in contanti per continuare la catena del riciclaggio».
Il Ministero della Difesa del Paese latinoamericano ha descritto questa cattura come un «duro colpo contro il traffico di droga a livello mondiale», come dettagliato in una dichiarazione attraverso i suoi social network.
Il Cartello di Sinaloa, precedentemente guidato da Joaquín «El Chapo» Guzmán, ha ricevuto diverse serie di sanzioni dal Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, l’ultima delle quali a febbraio, dopo che il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha promesso «severe sanzioni per reprimere il traffico di fentanil».
Fonte: (EUROPA PRESS)