Il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha condannato domenica l’uccisione di civili in Sudan, tra cui tre membri del personale del Programma alimentare mondiale (PAM), durante i combattimenti tra l’esercito sudanese e le forze paramilitari di sostegno rapido (RSF), e ha chiesto che i responsabili siano «assicurati alla giustizia senza indugio».
Guterres, che si è detto «profondamente preoccupato per i combattimenti in corso, ha denunciato che anche le strutture delle Nazioni Unite e di altre organizzazioni umanitarie sono state colpite da proiettili e saccheggiate in diverse località del Darfur».
Secondo una dichiarazione del portavoce di Guterres, Stéphane Dujarric, il Segretario generale dell’ONU ha ricordato «alle parti la necessità di rispettare il diritto internazionale, compreso l’obbligo di garantire la sicurezza di tutto il personale ONU e associato, dei loro locali e delle loro proprietà».
Ha ribadito il suo appello per l’immediata cessazione dei combattimenti e il ritorno al dialogo, esprimendo al contempo la sua disponibilità a continuare a lavorare con i leader regionali e le parti interessate per trovare una via d’uscita alla crisi.
Nel fine settimana le principali organizzazioni della società civile e i partiti politici del Sudan hanno chiesto all’unisono non solo la fine dei combattimenti tra l’esercito sudanese e le forze paramilitari di supporto rapido (Rsf), ma anche la fine della «militarizzazione» che ha dominato «lo spazio pubblico» nel Paese per decenni e in particolare da quando quattro anni fa è stato rovesciato il dittatore Omar al-Bashir a seguito di una rivoluzione in cui i civili hanno avuto un ruolo fondamentale.
Il Paese africano era governato, prima dello scoppio dei combattimenti, da una giunta guidata dal generale Abdelfatá al Burhan, il cui «numero due» era il capo militare di RSF, Mohamed Hamdan Dagalo, alias «Hemedti». I disaccordi tra i due sull’integrazione dei paramilitari in un futuro esercito unificato sono poi degenerati in questo conflitto.
Fonte: (EUROPA PRESS)