Il Dipartimento per la Sicurezza Nazionale di Hong Kong ha confiscato venerdì la Colonna della vergogna, una statua che commemora le vittime del massacro di Piazza Tienanmen del 1989, da un centro espositivo dell’Università di Hong Kong.
Le forze di polizia hanno perquisito una mostra presso il Kadoorie Centre dell’Università, nel quartiere Yuen Long di Hong Kong, e hanno confiscato la statua, sostenendo che incitava alla «sovversione», secondo quanto riportato dal South China Morning Post.
La statua, opera dell’artista danese Jens Galschiot, è alta circa otto metri e mostra una serie di volti e corpi impilati l’uno sull’altro. È già stata smantellata nel dicembre 2021 dopo essere stata all’Università di Hong Kong dal 1997 e conservata in un container da carico all’interno dell’università.
In particolare, all’epoca le autorità di Hong Kong sostennero che la statua presentava «rischi legali per l’Università sulla base dell’ordinanza sui crimini emanata dal governo di Hong Kong».
La brutale repressione delle proteste studentesche e operaie che ebbero luogo in Piazza Tienanmen tra l’aprile e il giugno del 1989 rimane un argomento tabù in Cina e soprattutto a Hong Kong, dove la cosiddetta Legge sulla sicurezza nazionale «proibisce atti di sovversione, secessione, terrorismo e collusione con forze straniere».
Le Nazioni Unite hanno già criticato tale legislazione in quanto «usata impropriamente» per «reprimere l’esercizio dei diritti fondamentali» protetti dal diritto internazionale, come la libertà di espressione e di opinione, la libertà di riunione pacifica e il diritto di partecipare agli affari pubblici.
Fonte: (EUROPA PRESS)