La Corte interamericana dei diritti umani (CIDH) ha riconosciuto mercoledì la colpevolezza dello Stato della Bolivia per le azioni che hanno violato i diritti umani di 26 persone durante le incursioni e le detenzioni effettuate dal governo dell’ex presidente Jorge Quiroga nel 2001.
In seguito alla sentenza, la Bolivia dovrà risarcire le 26 persone perseguite nel caso «Blas Valencia». Il caso prende il nome dall’ormai ex capo della polizia Blas Valencia, che nel 2001, insieme alla sua banda criminale, ha perpetrato una rapina a mano armata a un furgone della compagnia Prosegur, causando la morte di tre persone, due poliziotti e un civile, secondo l’agenzia di stampa ABI.
«Lo Stato è responsabile della violazione dei diritti alla libertà personale, alla vita privata, al domicilio, alla protezione della famiglia, al diritto alla proprietà, all’integrità personale», si legge nella sentenza della CIDH, riferendosi agli imputati dell’operazione «Blas Valencia», che ha tentato di catturare i sospettati della rapina di un furgone che trasportava denaro nel dicembre dello stesso anno.
Secondo l’organismo interamericano, le incursioni notturne hanno colpito «in modo sproporzionato» i diritti dei bambini e degli adolescenti presenti, nonché il diritto alla vita familiare. Le donne sono state anche vittime di torture sessuali durante la loro detenzione, si legge nella dichiarazione.
A questo proposito, la CIDH ha ritenuto che lo Stato della Bolivia abbia violato il diritto alla vita di una delle vittime, morta a causa della mancanza di cure mediche adeguate. Inoltre, una delle vittime ha abortito a causa della violenza sessuale subita e non ha ricevuto cure mediche adeguate, il che è stato considerato una violazione del diritto alla salute.
Le vittime sono state anche mostrate alla stampa come gli autori della rapina al furgone quando non erano nemmeno state formalmente accusate, e quindi si è ritenuto che il principio di innocenza fosse stato intaccato.
A causa delle presunte violazioni compiute dallo Stato boliviano, la CIDH ha ordinato diverse misure di riparazione, tra cui la revisione della condanna delle vittime, l’istituzione di protocolli per lo svolgimento di perquisizioni e altri atti di indagine giudiziaria in cui siano presenti bambini e adolescenti, nonché il pagamento di un risarcimento alle vittime.
Fonte: (EUROPA PRESS)