![Archivio - Il primo ministro dell'Armenia Nikol Pashinian Archivio](https://www.news360.es/wp-content/uploads/2022/11/fotonoticia_20221123215944_1920-3.jpg)
Il primo ministro armeno Nikol Pashinian ha criticato mercoledì l’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO) per non aver impedito l'»aggressione» dell’Azerbaigian nel conflitto del Nagorno-Karabakh.
«È triste che l’appartenenza dell’Armenia alla CSTO non abbia impedito all’Azerbaigian di ricorrere ad azioni aggressive, e ancora più triste è il fatto che, di fatto, fino ad oggi non siamo stati in grado di prendere una decisione sulla risposta della CSTO all’aggressione dell’Azerbaigian nei confronti dell’Armenia», ha dichiarato, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Armenpress.
Pashinian ha sottolineato che questi eventi «danneggiano la reputazione» dell’organizzazione, oltre ad essere «un fallimento». Nel suo discorso, il Primo Ministro armeno ha anche affermato che non avrebbe firmato una dichiarazione della CSTO sul conflitto con l’Azerbaigian perché non contiene le disposizioni necessarie.
«Al momento ritengo che la bozza di ‘Dichiarazione CSTO sulle misure congiunte per fornire assistenza alla Repubblica di Armenia’ presentata per la firma non sia sufficientemente finalizzata e quindi, con tutto il rispetto, non sono pronto a firmarla», ha dichiarato, come citato dall’agenzia di stampa TASS.
Pashinian ha anche dedicato alcuni minuti a proporre un’accelerazione del lavoro politico e diplomatico con l’Azerbaigian, pur sottolineando che Baku ha lanciato una «aggressione ingiustificata e non provocata» contro Erevan, citando i recenti attacchi nella regione.
«Vorrei rispondere ai commenti secondo cui l’Armenia starebbe cercando di coinvolgere i Paesi della CSTO nella guerra con l’Azerbaigian. Si tratta solo di speculazioni, perché l’Armenia non può essere interessata alla guerra, se non altro perché ha già sofferto abbastanza per le guerre, compresa quella del settembre di quest’anno», ha aggiunto.
I governi armeno e azero hanno concordato a settembre un cessate il fuoco dopo gli ultimi scontri al confine, che hanno causato più di 200 morti. I combattimenti sono i più gravi dal 2020, quando si scontrarono per il controllo del Nagorno-Karabakh, un territorio a maggioranza armena che è stato al centro del conflitto da quando, nel 1988, ha deciso di separarsi dalla regione sovietica integrata nell’Azerbaigian.