Il ministro dell’Istruzione italiano, Giuseppe Valditara, ha ritrattato a modo suo una dichiarazione in cui elogiava l'»umiliazione» come metodo di insegnamento nelle scuole, dicendo di aver usato le parole «a sproposito».
«Ho sicuramente usato un termine inappropriato», ha detto Valditara, anche se poi ha precisato di aver confermato il messaggio. «Impara l’umiltà di chiedere scusa», ha detto in questa occasione, assicurando che nella precedente i termini da lui usati «non spiegavano affatto il senso» del suo ragionamento.
All’inizio di questa settimana, in occasione di un evento a Milano, Valditara ha esclamato «viva l’umiliazione», affermando che «lavorare per la comunità», anche se questo comporta l’umiliazione di se stessi, è «fondamentale per la crescita e la formazione della propria personalità», ricorda il quotidiano «La Repubblica».
Tali dichiarazioni si riferivano al caso di un alunno sospeso da scuola dopo aver colpito un insegnante. Per il ministro dell’Istruzione italiano, una punizione del genere «non ha molto senso» e sarebbe «molto meglio» renderlo responsabile di un «lavoro socialmente utile» per la comunità educativa.
L’opposizione ha attaccato il ministro dell’Istruzione non solo per queste parole, ma anche per le particolari scuse che ha offerto. Il deputato del Partito Democratico Alessandro Zan lo ha accusato di aver mentito e di aver creduto davvero alle prime dichiarazioni sull’umiliazione come insegnamento.
«Il fatto che il modello educativo del ministro dell’Istruzione si basi sull’umiliazione è deplorevole. La scuola dovrebbe essere una palestra di democrazia, non di repressione», ha scritto Zan sul suo profilo Twitter.
Non è la prima volta che Valditara è al centro di polemiche da quando ha assunto l’incarico nella squadra di governo dell’estrema destra di Giorgia Meloni. Il 9 novembre, in occasione dell’anniversario della caduta del Muro di Berlino, ha pubblicato una lettera agli studenti in cui criticava il comunismo, ignorando che si trattava dell’anniversario del trionfo sul fascismo.
«Questo è il Ministero della Propaganda», ha protestato il Partito Democratico. «Il ministro ha ignorato il fatto che il 9 novembre è la giornata mondiale contro il fascismo e l’antisemitismo, come indicato dalle Nazioni Unite», ha dichiarato l’ANP, il più grande sindacato dei professionisti dell’istruzione.
In quell’occasione, ha risposto che se «alcuni sono amici di Israele e altri di Hamas», lui è amico di Israele. «Non accetto lezioni di antifascismo, mio padre era nella Brigata Garibaldi», ha detto, riferendosi al passato del padre Luigi Valditara, noto per aver partecipato alla resistenza contro le forze tedesche e italiane durante la Seconda Guerra Mondiale solo per un paio di mesi quando era adolescente.