
La maggior parte dei giocatori della nazionale di calcio iraniana ha cantato l’inno nazionale in vista della seconda partita dei Mondiali in Qatar, dopo che il loro silenzio nella prima partita era stato interpretato come un velato appoggio alle proteste seguite alla morte della giovane Mahsa Amini.
La nazionale di calcio era tradizionalmente una forza unificante per gli iraniani, ma nelle ultime settimane è stata coinvolta in ogni sorta di controversia. È stato criticato per i presunti gesti dei suoi giocatori sia a favore che contro il regime.
Il 14 novembre, ha posato con il presidente Ebrahim Raisi, che è stato visto come un allineamento con il governo in un momento in cui migliaia di persone sono scese in piazza per protestare contro la morte di Amini, arrestata per aver indossato il velo in modo scorretto, e per chiedere il progresso sociale.
Lunedì, tuttavia, i giocatori hanno evitato di cantare l’inno, il che è stato interpretato come un gesto di critica. La televisione di Stato iraniana, infatti, ha interrotto la trasmissione per evitare di mostrarla, visto che anche la guida suprema, l’ayatollah Ali Khamenei, ha pubblicamente ammonito tutti gli atleti a «non mancare di rispetto» al Paese.
Giovedì le forze di sicurezza iraniane hanno arrestato il calciatore Voria Ghafouri in Iran per aver insultato la squadra nazionale e promosso messaggi contrari agli interessi della Repubblica islamica, ha riferito l’agenzia di stampa Fars.
Sugli spalti e per le strade del Qatar si sono visti anche slogan a favore delle donne e della libertà in Iran. Secondo il Guardian, venerdì si sono sentiti dei fischi quando l’inno iraniano è stato suonato nello stadio.
Dopo la partita, che si è conclusa con la vittoria dell’Iran contro il Galles, i media ufficiali iraniani hanno trasmesso le immagini dei festeggiamenti nelle strade di Teheran, dove centinaia di persone si sono riunite per celebrare la vittoria per 0-2 che dà al Paese la possibilità di avanzare agli ultimi 16 anni.
Anche il governo si è unito alle celebrazioni. Il Ministro degli Esteri Hosein Amirabdolahian ha salutato la «gloriosa vittoria» su Twitter, anche se non si era espresso dopo la sconfitta della squadra nell’esordio della Coppa del Mondo.