L’ex presidente dell’Assemblea Nazionale di São Tomé e Principe, Delfim Neves, è una delle sei persone arrestate in relazione al tentativo di colpo di stato di venerdì, dopo che quattro uomini armati hanno sparato alla caserma dell’esercito nella capitale dell’arcipelago, São Tomé.
«Voglio dire alla popolazione di São Tomé, a coloro che vivono nel Paese e alla comunità straniera che la situazione è sotto controllo, è calma», ha annunciato il primo ministro Patrice Trovoada, poche ore dopo il tentativo di colpo di Stato.
«Siamo stati oggetto di un tentativo di colpo di Stato (…) Non è una rapina, è un attacco con armi da guerra alle forze armate del Paese», ha dichiarato Trovoada che, dopo aver definito l’accaduto «estremamente grave», ha auspicato che «la giustizia faccia il suo lavoro», riporta il quotidiano ‘Téla Nón’.
«Sao Tomé e Principe non merita questi problemi. Il popolo è sovrano, il popolo ha scelto questa squadra per guidare il destino del Paese», ha detto il capo del governo, che si è rammaricato del fatto che non è la prima volta che subisce un simile tentativo. «L’ultima volta è stata il 3 agosto 2018», ha ricordato.
Durante il suo discorso alla nazione, Trovoada ha riferito che diverse persone sono state arrestate in relazione a questo tentativo di colpo di Stato, tra cui l’ex presidente dell’Assemblea Delfim Neves e Arlécio Costa, un ex ufficiale di un battaglione di mercenari sudafricani noto come «I Bufali».
Trovoada ha precisato che i quattro assalitori che hanno fatto irruzione nella caserma sono legati alla «famigerata» squadra dei «Bufali», mentre un altro gruppo di persone, di cui non è stato possibile determinare il numero, ha aspettato fuori in attesa che i detenuti portassero loro altre armi.
«Dobbiamo arrestare gli elementi che si trovavano fuori dalla caserma e che hanno avuto uno scambio di fuoco con le forze armate», ha sottolineato Trovoada, precisando che non ci sono state vittime durante l’assalto alla caserma. «Non ci sono stati morti… Solo un ferito», ha detto.
È la seconda volta che questo battaglione tenta un colpo di Stato nel Paese, dopo quello del 2003. In quell’occasione, sempre comandati da Arlécio Costa, ci riuscirono, anche se un anno dopo la situazione fu ribaltata senza spargimento di sangue grazie alla mediazione internazionale. Costa e l’altro detenuto, l’ex presidente dell’Assemblea Neves, sono stati partner nella campagna presidenziale del 2021 di quest’ultimo.