I servizi di sicurezza ucraini (SBU) hanno dichiarato venerdì di aver trovato manuali religiosi di Mosca, documenti in lingua russa e letteratura «pro-Cremlino» in una diocesi dell’Ucraina sud-occidentale, dopo aver ordinato la perquisizione di diversi monasteri in varie città, tra cui Kiev.
«Come risultato delle azioni investigative, le forze dell’ordine hanno scoperto documenti che confermano la presenza di cittadini russi nella leadership delle strutture diocesane», ha dichiarato l’intelligence ucraina.
Ha inoltre sottolineato che è probabile che ci sia una «corrispondenza» tra i religiosi e gli individui russi, in quanto sono stati trovati libri di «metodologia» in russo che spiegano come celebrare le liturgie nella Chiesa, oltre a «lotti all’ingrosso» di letteratura «pro-Cremlino».
«Inoltre, durante un’ispezione dei computer della direzione della diocesi, sono state trovate fotocopie di documenti d’identità di rashisti (membri delle forze armate russe) che hanno preso parte alle ostilità contro le truppe ucraine», ha dichiarato.
Le perquisizioni sono state effettuate per contrastare presunte «attività sovversive» filorusse in strutture legate alla Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca, tra cui il Monastero delle Grotte di Kiev, patrimonio dell’umanità dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (UNESCO).
La Chiesa ortodossa ha cercato negli ultimi mesi di prendere le distanze da possibili simpatie verso Mosca, dissociandosi così dall’offensiva militare lanciata a febbraio, ma l’SBU ha avviato un’indagine dopo che una funzione ha intonato una canzone che sosteneva il risveglio della «madre Russia», secondo la DPA.
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha accusato Kiev di persecuzione religiosa. Secondo le agenzie di stampa ufficiali, la perquisizione dei monasteri è «un altro anello della catena di azioni militari contro l’ortodossia russa».