
La giunta militare del Burkina Faso ha annunciato sabato la sospensione delle attività di Radio France Internationale (RFI) «fino a nuovo ordine» per aver dato voce a «un messaggio di intimidazione della popolazione attribuito a un leader terrorista».
Il governo non fornisce dettagli, ma questo ordine di sospensione coincide con la pubblicazione da parte di RFI di un video di minacce da parte dell’organizzazione jihadista del Gruppo di sostegno per l’Islam e i musulmani (JNIM).
L’annuncio della sospensione è stato dato dal portavoce del governo del Burkina Faso, Jean Emmanuel Ouédraogo, che ha confermato che la decisione è a tempo indeterminato e riguarda le trasmissioni di RFI «su tutto il territorio nazionale».
Nelle sue informazioni, pubblicate sabato sul suo sito web, RFI ha reso nota la minaccia del JNIM contro i civili che aiutano le autorità nella lotta contro il gruppo terroristico.
«Questo mezzo di comunicazione (RFI) contribuisce così a una manovra disperata dei gruppi terroristici per dissuadere migliaia di burkinabé mobilitati in difesa della patria, che remano controcorrente rispetto alle azioni in corso per ripristinare l’integrità del nostro territorio», si legge nel comunicato, riportato da Le Faso.
Il governo burkinabé denuncia inoltre un rapporto di RFI che indicava un presunto colpo di Stato contro il leader militare del Paese, il capitano Ibrahim Traoré, successivamente smentito dall’ufficiale militare.
RFI ha risposto «condannando fermamente» il provvedimento per «accuse totalmente infondate che mettono in dubbio la professionalità» dei responsabili. Ha inoltre sottolineato che il taglio è stato effettuato «senza preavviso e senza l’applicazione delle procedure previste dall’accordo di trasmissione redatto dall’Alto Consiglio per la Comunicazione del Burkina Faso».
«Il gruppo France Médias Monde esplorerà tutte le strade per ripristinare le trasmissioni di RFI e ricorda il suo impegno incrollabile per la libertà di informazione e il lavoro professionale dei suoi giornalisti.
RFI ha spiegato che trasmette su cinque stazioni FM, oltre che su onde corte, diversi satelliti e attraverso una cinquantina di stazioni radio partner. Ogni settimana è seguita da oltre il 40% della popolazione e da oltre il 70% degli opinionisti, secondo quanto dichiarato dall’emittente stessa.
Il colpo di Stato di settembre, considerato un «colpo di palazzo» da una parte dell’esercito che si oppone all’allora leader della giunta insediata dopo il colpo di Stato di gennaio, Paul-Henri Sandaogo Damiba, è avvenuto a fronte del continuo deterioramento della situazione della sicurezza e degli attacchi dei gruppi jihadisti.
In generale, il Burkina Faso ha registrato un significativo aumento dell’insicurezza dal 2015, con attacchi da parte di affiliati ad Al Qaeda e allo Stato Islamico, che hanno portato a un’ondata di sfollati interni e di rifugiati verso altri Paesi della regione.






