Diversi governi latinoamericani hanno espresso mercoledì la loro preoccupazione per la grave crisi politica in Perù dopo che il Congresso ha destituito il presidente Pedro Castillo, arrestato presso la Prefettura di Lima.
«L’Argentina si rammarica ed esprime profonda preoccupazione per la crisi politica che sta attraversando la sorella Repubblica del Perù e invita tutti gli attori politici e sociali a salvaguardare le istituzioni democratiche, lo stato di diritto e l’ordine costituzionale», ha dichiarato il ministero degli Esteri argentino in un messaggio sul suo profilo Twitter.
Sulla stessa linea, il Ministero degli Esteri ecuadoriano ha lanciato un appello sul suddetto social network agli attori politici affinché sostengano «lo stato di diritto e la democrazia».
Da parte sua, il governo brasiliano ha rilasciato una dichiarazione in cui assicura di seguire «con preoccupazione» la situazione nel Paese e in cui sottolinea che le misure adottate da Castillo sono «incompatibili con il quadro costituzionale» e rappresentano quindi «una violazione della validità della democrazia e dello Stato di diritto».
Anche il governo cileno ha reagito e, attraverso il Ministero degli Affari Esteri, ha dichiarato in un comunicato di confidare che la crisi che colpisce «un Paese fratello» possa essere risolta «attraverso meccanismi democratici».
Il ministro degli Esteri messicano, Marcelo Ebrard, aveva annunciato in precedenza la sospensione del vertice dell’Alleanza del Pacifico. «Il Messico si rammarica per gli ultimi avvenimenti in Perù», ha dichiarato.