
L’opposizione del Benin torna alle urne dopo tre anni di assenza in occasione delle elezioni legislative di domenica, che sono viste come una prova generale per le elezioni generali del 2026 in cui l’attuale presidente e leader indiscusso del Paese, Patrice Talon, dovrà dimettersi dopo aver completato i suoi due mandati costituzionali di cinque anni.
Più di 6,5 milioni di elettori potranno esprimere il proprio voto in un’elezione in cui i rappresentanti di sette partiti politici – quattro del movimento presidenziale, tre dell’opposizione – sono in corsa per i 109 seggi dell’Assemblea Nazionale nelle 24 circoscrizioni del Paese, sotto l’occhio vigile di una missione di 40 osservatori della Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (ECOWAS) guidata dall’ex presidente della Repubblica di Guinea-Bissau, Raimundo Perreira.
Tra i partiti di opposizione, spicca su tutti il Partito Democratico, guidato dal predecessore e grande rivale di Talon, Thomas Boni Yayi, i cui sostenitori hanno inscenato forti proteste nel 2019 dopo aver appreso del divieto di presentarsi a queste elezioni per non aver rispettato rigidi criteri.
Tuttavia, un successivo ricorso alla Corte Costituzionale ha permesso ai Democratici di diventare il settimo partito a concorrere alle elezioni, dove i rappresentanti di tutti i partiti si misureranno con la loro forza per valutare chi potrebbe essere in grado di succedere a Talon.
Fino ad allora, Talon continuerà a dominare il Paese. Va ricordato che il presidente tiene in carcere due dei suoi principali oppositori, l’ex ministro Reckya Madougou e il costituzionalista Joël Aïvo, su ordine di un tribunale speciale antiterrorismo, duramente criticato dall’opposizione che lo considera uno strumento al solo servizio del presidente.
Talon e Boni Yayi hanno un rapporto teso. Nel 2012, l’allora presidente accusò Talon, un magnate del cotone, di aver cercato di avvelenarlo, ma l’uomo d’affari negò le accuse. Nel 2016, Talon ha sconfitto il successore preferito di Boni Yayi nelle elezioni, poiché Yayi non era in grado di candidarsi per un altro mandato dopo dieci anni al potere.
Nel frattempo, il ministro dell’Interno e della Sicurezza pubblica, Alassane Séidou, ha annunciato la chiusura totale degli esercizi commerciali e delle frontiere del Paese durante la giornata di voto per facilitare le operazioni di scrutinio, che termineranno alle 20.00 ora locale, riporta «La Nouvelle Tribune».
Fonte: (EUROPA PRESS)