Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti (DOJ) venerdì ha rifiutato di fornire ulteriori dettagli sull’indagine relativa al ritrovamento di documenti riservati negli uffici privati del Presidente degli Stati Uniti Joe Biden dopo la fine del suo mandato come vicepresidente di Barack Obama.
Secondo l’organo federale in risposta alla richiesta, presentata dalla Commissione giudiziaria della Camera, a maggioranza repubblicana, fornire maggiori dettagli sull’indagine potrebbe portare a rivelare informazioni «centrali» per il caso, secondo quanto riportato da «The Hill».
La risposta arriva dopo che la commissione della Camera degli Stati Uniti ha richiesto l’accesso a tutti i documenti e le comunicazioni relative all’indagine, compresa la corrispondenza con gli avvocati di Biden e quella relativa alla nomina di un testimone esperto per analizzare il livello di riservatezza dei documenti.
«La vostra lettera richiede anche informazioni non pubbliche che sono fondamentali per l’indagine in corso del procuratore speciale. La politica del Dipartimento di Giustizia è da sempre quella di mantenere la riservatezza su tali informazioni per quanto riguarda le questioni aperte», ha dichiarato il Dipartimento in una lettera ottenuta dal giornale.
«La divulgazione al Congresso di indagini in corso rischia di compromettere tali indagini e di creare l’impressione che il Congresso possa esercitare pressioni politiche inappropriate o tentare di influenzare le decisioni del Dipartimento in alcuni casi», ha aggiunto l’agenzia governativa.
Il procuratore generale Merrick Garland all’inizio di gennaio ha nominato Robert Hur come giudice per servire come testimone esperto in un’indagine sui documenti riservati trovati in un ufficio utilizzato da Biden dopo il suo mandato nell’amministrazione, nonché nella sua casa e nel suo garage nello Stato del Delaware.
In precedenza, Garland ha nominato un testimone esperto per esaminare la cattiva gestione dei documenti riservati recuperati dagli agenti dell’FBI nella casa in Florida dell’ex presidente Donald Trump quest’estate.
Nel frattempo, il Partito Repubblicano ha criticato la «mancanza di cooperazione» del Dipartimento di Giustizia, sottolineando un «doppio standard» da parte dell’istituzione in quanto uno dei documenti coinvolgerebbe il governo cinese.
A questo proposito, i repubblicani hanno evidenziato un gran numero di donazioni dalla Cina all’Università della Pennsylvania, dove Biden era professore onorario, attraverso il suo ufficio presso il Penn Biden Center. Tuttavia, la scuola ha negato le accuse.
«Il Penn Biden Center for Diplomacy and Global Engagement è stato fondato sul principio che un mondo democratico, aperto, sicuro, tollerante e interconnesso va a beneficio di tutti gli americani (…) È importante ribadire che il Penn Biden Center non ha mai sollecitato o ricevuto doni da alcun ente cinese o straniero», ha dichiarato un portavoce alla CBS.
Gli avvocati di Biden hanno trovato due lotti di documenti, il primo il 2 novembre, sei giorni prima delle elezioni di midterm, presso il Penn Biden Center, mentre il secondo è stato trovato il 20 dicembre nel garage del presidente nella sua casa nel Delaware.
Fonte: (EUROPA PRESS)