La macro-operazione del governo Lula contro le miniere illegali inizia questa settimana nell’Amazzonia brasiliana.

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Archivio – Immagine d’archivio dell’Amazzonia brasiliana, al confine tra Brasile e Colombia. – PAULO LOPES / ZUMA PRESS / CONTACTOPHOTO

A partire da questa settimana, il nuovo governo di Luiz Inácio Lula da Silva dovrebbe lanciare la promessa macro-operazione contro l’estrazione mineraria illegale nell’Amazzonia brasiliana, che mira a espellere più di 20.000 persone coinvolte nell’estrazione di oro e altri materiali preziosi nella riserva protetta della comunità indigena Yanomami.

Il piano iniziale prevede il dispiegamento di 500 truppe di varie forze dell’ordine, tra cui la polizia, l’esercito e la marina, nonché l’attuazione di un accerchiamento logistico volto a soffocare economicamente questi gruppi prima che debbano ricorrere alla violenza.

In questo modo, il governo spera che tutte queste persone lascino la regione man mano che le loro installazioni e la loro logistica vengono smantellate. I primi «garimpeiros» (estrattori illegali) che se ne sono andati «spontaneamente» lo hanno fatto questo fine settimana, secondo il governo di Roraima.

Il Ministro della Difesa José Múcio dovrebbe recarsi nella regione questo mercoledì, insieme al resto dell’alto comando delle Forze Armate, per rappresentare l’inizio delle operazioni, che dovrebbero durare almeno per i prossimi due mesi, secondo quanto riportato dal quotidiano O Globo.

Di fronte all’allarme generato dalla crisi umanitaria che il popolo Yanomami – il più numeroso tra i popoli indigeni del Brasile – sta soffrendo da anni, le nuove autorità hanno avviato un piano d’urto che consisteva nel decretare l’emergenza sanitaria in queste comunità e nell’avviare le prime misure contro l’estrazione mineraria illegale, che viene incolpata della cattiva situazione.

La scorsa settimana, la Forza Aerea brasiliana ha requisito i primi velivoli utilizzati per questo tipo di operazioni illegali, che saranno in grado di abbattere qualsiasi veicolo aereo che non risponda all’ordine di identificazione. Poiché la regione è di difficile accesso, i «garimpeiros» ricorrono ad aerei leggeri ed elicotteri per accedervi.

Alla fine di gennaio, il Ministero dei Popoli Indigeni ha riferito che un centinaio di bambini della comunità Yanomami, di età compresa tra uno e quattro anni, sono morti per malnutrizione, polmonite e diarrea a causa dell’avanzamento dell’attività mineraria illegale, responsabile della contaminazione dei fiumi e dei campi su cui vive la comunità. È stato segnalato anche un grave aumento dei casi di malaria nell’ultimo anno.

Fonte: (EUROPA PRESS)