L’ex presidente russo e attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza del Paese, Dmitry Medvedev, ha dichiarato di ritenere che l’Occidente cercherà di intervenire nelle elezioni presidenziali russe, previste per il 2024.
In un’intervista ai media russi, ha rimproverato ai Paesi occidentali di «rimproverarci di interferire, ma lo fanno apertamente dal crollo dell’Unione Sovietica», secondo quanto riportato da Interfax.
Lo scopo di questo intervento, ha rimproverato, sarebbe quello di «destabilizzare la situazione politica e dividere il Paese in parti, negoziare con ognuna di esse, denuclearizzarle e smilitarizzarle, per poi venire a offrire i propri servizi».
LA PACE IN UCRAINA È LONTANA Ha anche affermato che la pace con l’Ucraina è lontana, in parte a causa del rifiuto da parte dell’Ucraina e degli Stati Uniti del «piano di pace» proposto dalla Cina durante la visita del suo presidente, Xi Jingping, a Mosca: «Per attuare qualsiasi piano è sufficiente che sia studiato, non solo qui, ma almeno a Washington e a Kiev, e questo non è il caso ora».
Per Medvedev, in questo momento è impossibile trovare un accordo con l’Occidente nell’ambito della guerra in Ucraina, e assicura che »in certe situazioni non ha senso accordarsi, ed è necessario ignorare e in alcuni casi prendere decisioni come quella presa il 24 febbraio dello scorso anno», riferendosi all’inizio della »operazione su larga scala» della Russia in Ucraina.
E ha proseguito dicendo: «L’Ucraina è in gran parte parte della Russia, siamo onesti. Ma per ragioni geopolitiche e storiche, per molto tempo abbiamo sopportato di vivere con questi confini fittizi».
L’ARRESTO DI PUTIN, UNA DICHIARAZIONE DI GUERRA Sul mandato di arresto per il Presidente Vladimir Putin emesso la scorsa settimana dalla Corte Penale Internazionale (CPI) per presunti crimini di guerra commessi su suo ordine con la deportazione forzata di bambini ucraini in territorio russo, Medvedev è stato chiaro: un arresto sarebbe un atto di guerra contro la Russia.
Immaginiamolo, anche se è chiaro che è una situazione che non si realizzerà mai. L’attuale capo di uno Stato nucleare arriva sul territorio, ad esempio, della Germania e viene arrestato. Che cosa sarebbe? Una dichiarazione di guerra alla Federazione Russa! In questo caso, tutti i nostri mezzi sarebbero diretti al Bundestag, all’ufficio del cancelliere e così via», ha detto.
Ha accusato la Corte penale internazionale di non aver fatto «nulla dalla sua creazione» e ha ribadito che «non è che le sue competenze siano dubbie per noi, è che è insignificante».
Fonte: (EUROPA PRESS)